sabato 28 dicembre 2013

Nuovo formidabile detersivo

26 dicembre.  A casa di zia di Marito (della serie Natale con i miei, Santo Stefano con i suoi).

"Figlia, hai già macchiato (di cioccolata) il vestitino nuovo che nonna Materna ti ha regalato per Natale. Ed io non ho fatto in tempo a farti una foto con questo vestito addosso ... non so neanche se riuscirò a togliertela questa macchia."

"Beh, me lo puoi smacchiare con il fotoritocco ...!"

Alla prossima spesa dovrò ricordarmi di acquistare un fustino di Paint Shop Pro!


lunedì 23 dicembre 2013

Natale con malinconia

Quest'anno per me il Natale è un po' più malinconico del solito. Perché questo è il primo anno in cui non preparerò i biscotti per Babbo Natale. Biscotti per Natale, sì, ne farò, ma non ufficialmente per BN. Non ci sarà il cerimoniale di preparare il piattino e il bicchiere di aranciata (sì, noi abbiamo sempre dato aranciata a BN, o al massimo succo di frutta, il bicchiere col latte no) e posizionarli vicino al caminetto. Non dovremo lasciare lo sportello del caminetto aperto affinché BN possa entrare in casa nostra (e richiuderlo all'insaputa di Figlia non appena era andata a letto, per paura che di notte entrino animali o semplicemente perché altrimenti farebbe troppo freddo, per poi doversi alzare di nascosto prima di lei alla mattina e ricordarsi di andare a riaprirlo, altrimenti Figlia mangiava la foglia). Non dovrò mettere via i biscotti e lasciare le briciole sul piattino a testimonianza che BN è davvero passato di qua e che ha davvero mangiato i biscotti, né dovrò bere l'aranciata avendo cura di lasciarne appena un fondo nel bicchiere. 

Non dovrò nemmeno scrivere lettere al computer da parte di BN, né inventarmi come è successo un anno che un elfo si è dimenticato di caricare sulla slitta la stampante magica per rispondere ai bambini e giustificare così l'utilizzo da parte di BN della nostra stampante all'epoca difettosa e quindi riconoscibilissima (dato che ho una figlia molto pignola che nota anche il minimo dettaglio e perciò bisogna essere preparati a tutto!). Non mi sono neanche dovuta dare la pena, diversamente dagli anni precedenti, di comprare una carta da regalo differente solo per i pacchetti per mia figlia, evitando anche di riciclare anche per tutti gli altri la carta da regalo degli anni passati, con la scusa che altrimenti mia figlia se ne accorgerebbe e mi sgamerebbe subito. 

Tutto questo ormai fa parte del passato. Per me in questi anni è stata la parte più bella del Natale, ma ormai è tutto finito. Ho tenuto duro finché ho potuto, trovando anche un po' di ostacoli da parte del resto della famiglia. Come quell'anno, 2 Natali fa, in cui Marito era molto provato e svuotato emotivamente perché aveva appena terminato l'addestramento per imparare ad utilizzare la macchina per la dialisi e la sera del 24 dicembre mentre stavamo compiendo il nostro solito rituale di BN, dopo che Figlia era appena andata a dormire, mi ha detto: "Fa come se io non esistessi", rovesciandomi addosso una doccia fredda di cui in quel momento non avevo proprio bisogno, perché il rito di BN in quel momento era una delle poche cose belle a cui potevo ancora aggrapparmi, una delle poche cose che mi faceva sentire che potevamo essere ancora una famiglia normale e che mi dava ancora un po' di speranza. 

Oltretutto, proprio quell'anno Figlia aveva scritto a BN una letterina strappalacrime, dicendogli che non voleva nulla per sè, ma che voleva che facesse stare bene il suo papà ... ancora mi fa male ripensare a quel momento e so che non era colpa di Marito se le cose sono andate così, se lui si sentiva così, ma, davvero, chi mi ha seguita nell'altro mio blog lo sa, dovevo farmi forza per tutti e tre e nascondere quello che provavo, ma dentro avevo una voragine di ansia e paura che mi consumava, l'atmosfera in casa era sempre tesa, io avevo bisogno almeno solo per un giorno di far finta di essere una famiglia con una routine normale e di godermi le piccole gioie del Natale per consolarmi di tutto quello che in quel momento e per mesi la nostra vita sembrava averci rubato.

Così quando l'anno dopo Figlia aveva già compiuto 10 anni e ormai nella sua classe ormai quasi più nessuno credeva ancora a Babbo Natale, io mi sono rifiutata di cedere, dovevo in qualche modo prendermi una rivincita per l'anno prima, così quando Figlia mi faceva domande io negavo spudoratamente e non so se lei ha creduto davvero alle mie risposte, oppure se ci voleva credere solo perché come me non voleva che quel nostro bel gioco di Babbo Natale finisse, però a me sembrava davvero convinta. Persino l'estate scorsa, quella tra la quinta e la prima media, Figlia continuava a fare progetti su che cosa avrebbe voluto chiedere a Babbo Natale.

Quest'anno Figlia ha cominciato a frequentare la prima media e ho dovuto arrendermi. Non potevo continuare nell'inganno, perché a rimetterci sarebbe stata lei. Ormai era troppo grande, se avesse tirato fuori un'altra volta l'argomento Babbo Natale davanti ai suoi compagni, l'avrebbero presa in giro a vita. E sono umiliazioni che non si dimenticano, nemmeno da adulti. E allora abbiamo dovuto raccontarle la verità, ma non trovavamo mai il momento giusto o forse non trovavamo le parole. 

Un giorno, un paio di settimane dopo l'inizio della scuola o poco più, ci siamo agganciati a qualcosa che aveva detto sul Natale e abbiamo preso la palla al balzo. Abbiamo cercato di  non darle la notizia in modo troppo brutale, cioè, non ce ne siamo usciti diretti con frasi tipo:"Ah, a proposito, Babbo Natale non esiste." Le abbiamo detto: "Quest'anno non riceverai i regali da Babbo Natale. Cioè, sì, li riceverai, ma non da lui e non dovrai scrivere la letterina ..." Eravamo seduti tutti e tre sul divano quando abbiamo affrontato questa conversazione, Figlia accoccolata in mezzo a noi. Si è rannicchiata ancora di più vicino a me e con gli occhi un po' lucidi mi ha guardato e mi chiesto: "Perché?"

"Secondo te, Figlia, perchè? Prova a pensarci ..."

Lei si arrampicava sugli specchi, dava spiegazioni assurde ma che non arrivavano a confutare l'esistenza di BN. Il suo sguardo diceva: "Perché mi dovete fare questo? Perché non possiamo restare com'eravamo prima e continuare a credere che la magia esiste?"

Alla fine abbiamo dovuto proprio dirglielo noi.  Figlia all'inizio sembrava non averla presa troppo bene e pareva sempre sull'orlo di una crisi di pianto, allora l'abbiamo distratta raccontandole tutte le peripezie che abbiamo fatto per rafforzare la sua convinzione che fossse davvero BN a portarle i regali. Figlia a quel punto era divertita e faceva domande, voleva sapere tutti particolari. Alla fine ha avuto un'illuminazione e ha concluso: "Vabbeh, se BN non esiste, voi allora mi dovete almeno fare la caccia al tesoro..." Come dire: non crediate di cavarvela così facilmente ...

Ecco, insomma, problem solved. Per lei, per me non tanto. Perché la tradizone di BN mi mancherà. In un certo senso sento ancora la nostagia di quando ad aspettare l'arrivo di BN ero io, perché in fondo al cuore non sono mai cresciuta, e ritrovarmi ad essere io che dovevo fare la parte di BN (sicuramente, più io di Marito ho interpretato questo ruolo), era anche un modo di ritornare alla mia infanzia.

Ma soprattutto è un Natale malinconico perché rappresenta un ulteriore step nella crescita della mia bambina, che ormai tanto bambina non è più, sta crescendo, ed io di questo sono felice e orgogliosa, ma una parte di me la guarda diventare grande con un velo di tristezza negli occhi...




lunedì 2 dicembre 2013

Breve comunicazione

E' successa una cosa, non proprio bella, ma non avevo voglia di parlarne apertamente qui. Perciò ho scritto un post sul mio blog privato.

domenica 1 dicembre 2013

Sognare in grande, pensare in piccolo



Eli, mezza assonnata, stiracchiandosi fra le lenzuola: “Stanotte ho sognato che eravamo andati a New York.”

Tra parentesi a New York una volta ci siamo stati veramente, è stata la prima tappa del nostro viaggio di nozze, very long ago… non ci siamo più tornati, in parte per motivi economici. Negli ultimi anni, comunque, con la malattia di Marito, sarebbe stato improponibile.

Marito: “Ah, però … beh, se facciamo un po’ di conti potremmo anche progettare di andarci per davvero.”

Eli: “Ok, ma non d’inverno. Preferirei andarci quando è più caldo.”

Marito: “Capisco. Ma allora dove potremmo andare questo inverno?”

Io resto in silenzio qualche istante, pensierosa. Poi lo guardo e rispondo: “Al cinema?”

:)


Non posso inserire una foto che feci all'epoca del mio viaggio di nozze perché erano dia e non le ho più passate in digitale. Perciò ho scelto (in fretta e furia, quindi magari non è la scelta preferita) una foto dal web. Qui c'è il link originale di questa foto.



venerdì 29 novembre 2013

Se speravate di esservi liberati di me...



...sbagliavate di grosso.

Ho cominciato migliaia post negli ultimi mesi  (una volta ne ho anche pubblicato uno per sbaglio, ma non perdo tempo a spiegarvi come), beh, magari non davvero migliaia, ma una quantità sicuramente notevole: prima per parlare delle nostre vacanze che sembrano lontane ormai anni luce, poi per giustificare la mia ennesima, prolungata assenza e anche per tranquillizzare quanti non mi sono vicini e si preoccupano per me e, conoscendo i precedenti della mia famiglia temono che il mio silenzio sia dovuto a problemi di salute, magari di Marito (btw, vi anticipo già che tutto bene su  quel fronte, Marito è in splendida forma).

Ho iniziato tutti questi post, ma, per quanto sembri impossibile, ogni volta che comincio a scrivere, capita qualcosa per cui sono costretta ad interrompermi. E quando finalmente ho di nuovo  il tempo di dedicarmi al blog, capita che non ho più voglia di riprendere il post che avevo cominciato perché ho perso il filo del discorso, l’ispirazione, o semplicemente sono esausta e stravolta dal susseguirsi di impegni quotidiani che non mi lasciano tregua. 

Così, dopo agosto ero piena di propositi e di idee su che cosa volevo scrivere, e invece settembre è volato via senza che riuscissi a scrivere nulla, ad ottobre volevo assolutamente rimediare, ma ovviamente non ce l’ho fatta, ai primi di novembre ho cominciato a dire a me stessa che non avrei lasciato passare un altro mese senza scrivere nulla, e invece c.v.d. eccomi qui, in extremis, a scrivere un post fatto di niente prima che arrivi dicembre ad aumentare i miei sensi di colpa (ma si può essere così imbecilli da sentirsi in colpa per non aver scritto sul blog?!) e la mia frustrazione. 

Non starò a farvi l’elenco dettagliato di tutte le sfighe e degli impegni che mi hanno tenuta lontana dal blog (almeno per ora). Certo è che se io fossi una di poche parole forse sarei riuscita a pubblicare qualcosa molto prima, invece la mia incapacità di sintetizzare mi ha fregato. L’unico luogo virtuale dove riesco a fare capolino nei ritagli di tempo (e dove riesco anche a contenere la lunghezza dei miei post) è FB, lì è decisamente più facile, complici anche il telefonino e tutte le notifiche che mi arrivano quotidianamente che mi costringono prima o poi a fare capolino sulla mia bacheca, magari mentre sono seduta nella sala d’attesa del dentista (che negli ultimi mesi è diventato uno dei miei appuntamenti settimanali fissi) o di quella della scuola di musica dove porto Figlia tutte le settimane.

Comunque, per farvela breve, come già anticipato fisicamente Marito sta benissimo, a volte è solo un po’ giù psicologicamente, ma ci sta, dopo tutto quello che ha passato (e infatti parte del suo nuovo percorso riguarda proprio curare questo aspetto). Non vi dico come sto io, perché dovrei scrivere pagine e pagine su come mi sento e in realtà non è facile affrontare l’argomento, in parte è anche questo che a volte mi blocca e mi impedisce di scrivere per lunghi periodi, perché è troppo complicato emotivamente parlando (sono il solito riccio travestito da pappagallo).  

Figlia nel frattempo ha cominciato le scuole medie, mi sembra che per ora le cose vadano splendidamente, ma tra scuola e attività extrascolastiche la nostra routine è fittissima di appuntamenti quotidiani e questo non mi aiuta a sentirmi meno stressata e più tranquilla di quanto non fossi negli anni scorsi, ma non entro nei dettagli, prima o poi però lo vorrei fare.
Per ora direi che può bastare. Mi riservo di riscrivere presto, ma non faccio promesse, nemmeno a me stessa, perché ogni volta che faccio questi buoni propositi finisco sempre per incontrare una miriade di ostacoli che mi impediscono di mantenerli.

Prima di congedarmi, ringrazio pubblicamente chi si ricorda sempre di me nonostante il mio silenzio, tra queste persone in particolare Agrimonia e Alle, e anche il solo fatto che si ricordino sempre di me significa molto, anche se poi io sono terribile e non rispondo quando dovrei.

giovedì 29 agosto 2013

Il tempo dei meloni

Ieri abbiamo tagliato e gustato un melone, però siccome era tanto e non ne avevamo più voglia le fette avanzate le abbiamo messe via per gustarcele oggi. Stasera, quando l'abbiamo assaggiato nuovamente, Marito ha esclamato: "E' ancora più buono di ieri".

Io, un po' filosofa: "Eh, i meloni di settembre sono i più buoni."

Marito: "E' proprio vero!"

Io aggiungo: "E' perché non li tirano via subito, gli danno il tempo di maturare prima di raccoglierli!"

Marito, convintissimo: "E' proprio così, hai ragione!"

Pausa.

Io, pensierosa: "C'è solo un problema con la mia teoria..."

Marito: "Quale?"

Io: "Siamo ancora in agosto!"

Dovevate vedere la faccia di Marito ...

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Di tutta l'erba un fascio

L’altro giorno al super guardavo da lontano delle piantine nel reparto ortofrutta e ho pensato tra me e me: “Guarda che bella quell'erba cipollina” e dentro di me già pregustavo deliziose preparazioni culinarie… poi mi sono avvicinata e ho letto: “Erba gatta”.


Ehm, dubbio: che sia il caso che fissi un appuntamento con l’oculista per controllare  se mi servono lenti nuove?

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mercoledì 28 agosto 2013

Tablet o Tabletten

Sono partita per le vacanze senza festeggiare il mio compleanno. E' stato quasi un mese fa ed è stato il giorno prima della nostra partenza per il viaggio. Quel giorno ho avuto la conferma di qualcosa che in affetti sapevo già: mai preparare le valigie il giorno del proprio compleanno. Soprattutto dopo aver trascorso la mattina e oltre dalla pediatra, trovandosi dunque in ritardo con i propri programmi. Questo perché è praticamente impossibile riuscire a preparare i bagagli con tranquillità, dovendo rispondere al telefono ogni dieci minuti (e dovendo anche spiegare a tutti come mai al mattino avevi lasciato il telefono spento e non eri a casa ...). 

Pazienza non aver festeggiato, ma avanzo ancora il regalo da Marito. Due giorni prima eravamo stati in centro a cercare il nuovo zainetto per la scuola per Figlia e con l'occasione sono andata a prendermi un po' di smaltini colorati da portare in viaggio. Figlia ha voluto pagarli lei con i suoi soldini, quindi almeno lei si è messa a posto la coscienza. Ma nei giorni precedenti io avevo tentato invano di convincere Marito a prendere un tablet da portarci via in vacanza: avevo optato per questo tipo di regalo. ma niente, non c'è stato verso. Troppi dubbi su che cosa prendere, troppi pochi giorni per poter fare ricerche di mercato (considerato anche che in quei giorni mi sono ritrovata senza patente, perché l'ho lasciata scadere... oops!).

Marito ha promesso che avrebbe rimediato in Germania, ma io sono ancora qui che aspetto. E sì che ce l'aveva detto anche il farmacista. Uno degli ultimi giorni in Germania sono andata in una Apotheke (farmacia) a cercare un Hustenstiller (sedativo per la tosse).  L'Apotheker (farmacista) mi ha chiesto se lo volevo in Tropfen (gocce), ma essendo prossima intraprendere un viaggio in macchina io ho chiesto se aveva qualcosa di diverso e più pratico. Lui ha pensato un po' e poi mi ha consigliato delle Tabletten (compresse).

Appena uscita dall'Apotheke mi sono girata verso Marito e gli ho detto: "Visto che dovevi regalarmi un tablet? L'ha detto perfino il farmacista tedesco!"


PS - Queste Tabletten comunque erano schifose. Non so se ci sono in Italia, ma non le consiglio proprio.

martedì 27 agosto 2013

Cosa resterà...

… di questi anni ’80, cantava qualcuno. Ehm, no, in realtà di questa vacanza. Volevo scrivere un post profondo e poetico sulla sensazione di vuoto che ti resta quando sei tornato da una vacanza, invece alla fine sapete che cosa resta per davvero? Una bella tracheite, ecco cosa. A me la tracheite, a Figlia invece la bronchite. Beh, lei ce l’aveva già quando siamo partiti. Se l’era presa al mare.

Gli altri bambini di solito vanno al mare proprio per curarsi e prepararsi al lungo inverno che li aspetta. Mia figlia no, lei è stata bene tutto l’inverno, poi è andata al mare a luglio e si è beccata la tosse. Tornati a casa per qualche giorno di passaggio, prima di partire per la vacanza vera, l’ho portata dalla pediatra (non subito, perché naturalmente quella settimana lì la pediatra era in ferie!) che ha sentito un po’ di fischiettini e ha diagnosticato una bronchite. L’avrebbe dovuta curare con l’aerosol, ma non c’era il tempo, dato che partivamo il giorno dopo e dovendo andare all'estero non volevamo doverci portare via anche l’aerosol (erano già più che sufficienti i numerosi bagagli che portavamo con noi). Quindi la dottoressa le ha ordinato un antibiotico da prendere per bocca, ma non è stato risolutivo. Così Figlia è partita con la bronchite ed è tornata tale e quale (anzi no, si è aggiunta anche un po’ di sinusite).

Io invece ero partita sana, ma devo ringraziare Marito se invece sono tornata acciaccata, perché una notte ha tenuto la finestra aperta e mi sono risvegliata col mal di gola. Da lì è cominciata la tracheite e adesso ho questa tosse fastidiosissima e non posso dormire se non mi dopo di paracodina.  Siamo tornati venerdì pomeriggio e ieri ci siamo fatti il giro dei medici e farmacia (medico di base per me, pediatra per Figlia, dentista per me e 2 giri in farmacia).

Ah, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, siamo stati in Germania. A causa dei farmaci che prende Marito non può prendere il sole, una vacanza al mare sarebbe stata quindi fuori luogo. Così abbiamo pensato di andare a visitare qualche altro paese europeo. Era da tanto che non ci concedevamo una vacanza di questo tipo, anzi era da tanto che non ci concedevamo una vacanza in generale.  


Abbiamo deciso di andare in Germania perché abbastanza vicina (in parte, anche il fatto che io parli un po’ di tedesco e che Figlia comincerà a studiare questa lingua a settembre ha influito un po’ nella nostra scelta) e dato che era la prima volta che ci allontanavamo dall’Italia (e dagli ospedali italiani!) da quando Marito ha subito il trapianto, avevamo un po’ di paura di spingerci più in là. Ma adesso che abbiamo preso coraggio e rotto il ghiaccio, stiamo facendo grandi progetti per i prossimi viaggi. Il viaggio in Germania ha incluso anche una piccola deviazione in Francia, ma questo ve lo racconterò un’altra volta. Ho intenzione, infatti, di raccontare tutto per filo e per segno, con dettagliato corredo di foto. Also, tschüß und bis bald ... (Allora, ciao e a presto).


lunedì 26 agosto 2013

Anniversario un giorno dopo

Era ieri. Ieri era nei nostri cuori. Ma in realtà lo è stato ogni giorno nell’ultimo anno. Non passa giorno senza che ci pensiamo. Senza che dentro di noi non proviamo un profondo senso di gratitudine. Il 25 agosto di un anno fa Marito è stato trapiantato. E’ difficile descrivere come e in quanti modi la nostra vita sia cambiata da allora. Tutte le parole che potrei trovare non renderebbero abbastanza l’idea. Se uno ci dovesse incontrare oggi e non conoscesse la nostra storia, penserebbe ad una famiglia normale, senza pensieri, non potrebbe mai immaginare attraverso quali percorsi tenebrosi siamo passati. A tutti coloro che dovessero attraversare simili sentieri, vorrei dire di tenere duro. Di non abbandonare mai la speranza. Perché là in fondo, alla fine, c’è una luce meravigliosa e prima o poi la raggiungerete.


venerdì 24 maggio 2013

Ombrello a brandelli e cronaca di un compleanno

Non so com'è dalle vostre parti ma qui stanotte è arrivato di nuovo l'inverno. Un inverno che mi ha fatto rimpiangere di aver già messo via la trapunta (anche se a dire il vero dovrò comunque ritirarla fuori per portarla a lavare), un inverno che ha fatto decidere al nostro riscaldamento autonomo di riaccendersi (e pensare che qualche settimana fa avevo fatto urgenza a Marito per pulire i filtri del condizionatore...), un inverno esageratamente piovoso che mette a dura prova fiumi, canali e terrazze dei vicini (fortunatamente per ora non le nostre, che in passato hanno subito vari intasamenti/allagamenti: incrociamo le dita perché non succeda ancora), un inverno così ventoso che è riuscito a sfasciarmi l'ombrello come potete vedere qui sotto.



Quelli che magari avevano pensato di andare al mare questo weekend forse dovrebbero ripensarci, tirare fuori gli sci e puntare sulla montagna, magari andare verso Asiago che è ad un'ora da qui... perché sembra che sia prevista neve anche sotto i 1000 metri (a quota 900 potrebbero già esserci delle nevicate).

Nei giorni scorsi abbiamo avuto qualche tregua di sole e tempo asciutto, ma è durata veramente poco. Siamo stati graziati il giorno della festa di Figlia e siamo riusciti a fare una piccola parte dei festeggiamenti in giardino, con sessioni di salto della corda ed altri giochi.

La festicciola (per pochi intimi) si è svolta bene e senza intoppi. 

Alla fine, venerdì scorso, che, come qualcuno mi ha fatto notare, era un venerdì 17, dopo aver prelevato Figlia a scuola, passato ormai l'acquazzone, prima di rientrare al supermercato sono passata al piccolo supermercato di quartiere e ho acquistato il lievito di birra. Poi, però fra una cosa e l'altra ho impastato solo alla sera e l'ho lasciato in microonde a lievitare tutta la notte, con il risultato che alla mattina dopo era letteralmente esondato dal recipiente in cui l'avevo messo, come un fiume in piena, o meglio, come una colata lavica.

Con tutto quel ben di Dio, sono riuscita a fare 2 teglie di pizza, che potete vedere qui sotto, una con i Würstel e l'altra margherita. Abbiamo tagliato una delle 2 pizze (quella con i Würstel, naturalmente) in tanti quadratini che abbiamo poi servito dopo averli scaldati in forno ... sono andati divorati tutti in un batter d'occhio. Alla fine ho deciso di non servire anche l'altra teglia dato che c'erano tante altre cose da mangiare. Per i bambini era più che sufficiente, avevo preparato 2 pizze just in case, perché non ero sicura se i genitori si sarebbero fermati. Invece, a parte mia cugina e suo marito, sono andati tutti via dopo aver lasciato i figli da noi.



Anche di torte ne avevo fatte 2, per sicurezza, e anche in quel caso una mi è andata avanzata, ma così ho avuto la possibilità di portarla al mare il giorno dopo. Ho fatto delle semplici, morbidissime focacce, che sono sempre buone, piacciono a tutti e mi riescono sempre bene. Io comunque ho una predilezione per le torte fatte in casa, secondo me sono le migliori: non amo invece quelle di pasticceria, con tante creme. Non posso dire che mi facciano schifo, i dolci fatti in casa per me hanno una marcia in più.

Ho avuto la brillante idea di utilizzare quelle candeline che fanno la scintilla, modello Capri. Il perché le chiamo così lo spiegherò un'altra volta. Forse. O forse no. Comunque, non le avevo mai usate prima. E probabilmente non le adopererò mai più, dato l'esito. Infatti, appena accese hanno cominciato a fare piccoli zampilli di cenere che si sono sparsi su tutta la torta. Per fortuna, la torta era decorata con la glassa, e così Marito si è armato di pazienza e ha raschiato col coltellino tutti i punti su cui si era depositata la cenere. 

Questa di decorare le torte con la glassa è una cosa che faccio da un po' su espressa richiesta di Figlia. Non molto tempo fa, a una piccola riunione familiare, mia mamma ha portato una torta fatta da lei decorata con la glassa. Figlia ne è stata così entusiasta che mi ha consigliato di farmi dare la ricetta dalla nonna. 

"Veramente è la nonna che si è fatta dare la ricetta da me, l'unica cosa diversa che ha fatto è che invece di cospargere la torta con lo zucchero a velo, l'ha completata con la glassa, ma posso farla anch'io così, se ti piace tanto...." ho spiegato a Figlia. 

E per fortuna dunque che anche quella di compleanno aveva la glassa, se avesse avuto semplice zucchero a velo, come avremmo fatto a raschiare via la cenere delle candeline?!




Errore di marketing

Se quelli della Telecom pensano di convincermi a prendere anche Cubovision dicendomi che è l'unico modo per vedere Psy che "canta" dal vivo in Italia, hanno proprio sbagliato tattica! Uno come Psy è molto meglio non vederlo proprio .... 

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venerdì 17 maggio 2013

Intoppi quotidiani

Oggi ho fatto il pieno con le varie leggi di Murphy.

La storia in realtà è iniziata ieri sera. Sono andata in tarda serata al centro commerciale perché dovevo prendere un regalo per Amica che ha invitato Figlia alla sua festa di compleanno. Così ho fatto la spesona che includeva diverse cose che mi servivano per i preparativi per festa di mia Figlia che sarà domani.

Oggi (venerdì) in teoria il programma era di cucinare per la festicciola (una festicciola per pochi intimi perché in casa non c'è abbastanza spazio per ospitare tutta la classe: così ho dato a Figlia un numero massimo di persone da invitare). Il progetto è di preparare una pizza fatta in casa più la torta .... Primo problemino: ieri ho dimenticato di comprare il lievito di birra ... difficile fare la pizza senza lievito di birra, no?!

Pazienza.

Mi sveglio stamattina e ho già mal di testa. Prendo già un Difmetré. Fuori diluvia. Figlia va a scuola accompagnata da Marito. Io, ancora in pigiama, dopo un'ora non sono ancora riuscita a sconfiggere l'emicrania e intanto non so decidermi ad affrontare il diluvio e intanto perdo tempo su FB ... ricevo telefonata da Zia per comunicazione di servizio e mentre sono al telefono con lei squilla il cellulare. E' la scuola che mi chiede di andare a prendere Figlia che ha mal di testa e mal di pancia. A quel punto, allarmata, devo per forza uscire. Mi vesto in fretta e furia e corro fuori.

Problemino n. 2: dove ho messo la macchina? Dunque, non l'ho parcheggiata io, l'ha parcheggiata Marito ... sì, ma dove? Probabilmente l'ha portata fuori dopo aver scaricata la spesa. Vado nel parcheggio dietro casa e non c'è. Intanto, nella trentina di metri che mi separa dal portone di casa al parcheggio, faccio la doccia con la pioggia che riesce tranquillamente a bypassare l'ombrello Ikea. Mi spingo fino all'altra via, dove c'è un altro parcheggio che frequentiamo quando quello dietro casa è pieno. Ovviamente, la macchina non c'è nemmeno lì.

Torno verso casa e intanto completo la doccia. Quando arrivo al cancello pedonale, e siamo arrivati al problema n. 3, questo naturalmente non si apre. Colpa della pioggia: è già successo alcuni giorni fa. Per fortuna il cancello automatico si apre ancora.

Finalmente, arrivo dietro ai garage e la macchina è lì (non dentro al garage perché al momento il nostro box è vagamente ingombrato e lì non c'è posto per la macchina). 

Sposto la macchina, guido fino a scuola e naturalmente davanti a scuola non c'è un posto libero per parcheggiare.

Quando finalmente prelevo Figlia da scuola ormai il diluvio si è calmato. Con Figlia al seguito vado al supermercato piccolo del quartiere, compro il lievito e poi in farmacia, ma non per lei, per me. A casa prendo un altro Difmetrè. Figlia prende Tachipirina. Risultato: dopo un po' Figlia sta bene e si mette a suonare il flauto, non sapendo che altri compiti fare, io invece ho ancora mal di testa e il flauto non ha proprio aiutato ...

Adesso Figlia si trova al compleanno di Amica. Con i compiti ci siamo un po' arrangiati. Una parte deve ancora recuperarli. Forse li faremo di notte...

E io non ho ancora messo su l'impasto della pizza.


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